la frazione organica costituisce circa il 25-30% dei nostri rifiuti. La soluzione migliore per lo smaltimento di questa consistente parte dei rifiuti è il compostaggio. Si ottiene il compost, un ottimo concime naturale che ha capacità di liberare, in modo lento e costante, elementi nutritivi come l’azoto, il fosforo, il potassio, assicurando la fertilità costante del terreno. Aumenta la raccolta differenziata (come ci chiede la Legge), diminuiscono i rifiuti che vanno in discarica e quindi diminuisce l’inquinamento ed i costi degli impianti.
gli scarti di cucina,
gli avanzi di cibo,
gli scarti di verdura e di frutta,
il pane vecchio,
i fondi di caffè,
i filtri di tè,
la carta assorbente da cucina,
gli alimenti avariati,
i gusci d’uovo, i fiori recisi,
le piante domestiche (senza pane di terra).
tutti gli altri rifiuti oggetto di raccolta differenziata (carta, plastica, vetro ecc.),
le lettiere degli animali,
pannolini,
assorbenti,
grassi ed oli,
i tessuti,
i sacchetti di plastica,
gli sfalci,
le potature,
le ramaglie,
la terra.
Raccolta: i rifiuti organici inseriti negli appositi contenitori vengono raccolti dal CEC ed inviati all’impianto di compostaggio. Compostaggio industriale: il compostaggio riproduce, in maniera controllata ed accelerata, per effetto della flora microbica presente nell’ambiente, il processo naturale di qualsiasi sostanza organica. Nell’impianto i rifiuti organici subiscono una biossidazione cui segue la fase di maturazione. Al termine il materiale grezzo viene sottoposto ad una vagliatura per separare le parti fini da quelle più grossolane, costituite soprattutto da materiale legnoso per separare le eventuali sostanze estranee ed ottenere un prodotto di qualità.
Compost: grazie al compostaggio della frazione verde (potature, sfalci di prati e giardini, foglie secche, cortecce, segatura, paglia), del legno e del rifiuto organico casalingo (la cosiddetta “frazione umida”) si ottiene il compost, ricco e nutriente concime naturale, utile per fare crescere forti e sane piante, ortaggi, fiori. In questo modo un prezioso materiale viene sempre di più sottratto alle discariche ed avviato ad un completo recupero, contribuendo in modo significativo alla soluzione di due gravi problemi: lo smaltimento dei rifiuti e il progressivo impoverimento di sostanze organiche nei suoli agricoli.
tutti coloro che hanno un giardino, un orto o comunque un pezzo di terra più o meno ampio hanno la possibilità di attuare questa pratica. Il compostaggio domestico può essere praticato in tanti modi: in cumulo, in contenitore o composter ecc. Ecco alcuni vantaggi di questa pratica: 1. garantisce la fertilità del suolo, 2. permette di ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura. Chiedi informazioni al CEC o al tuo comune.
GLI SCARTI ORGANICI DEVONO ESSERE CONFERITI UTILIZZANDO UN SACCHETTO BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE (STANDARD EUROPEO EN 13432) OPPURE NORMALI SACCHETTI DI CARTA COME QUELLO DEL PANE. È IMPORTANTE CHE NON VENGANO USATI I SACCHETTI DI PLASTICA. UN SACCHETTO PER ESSERE COMPOSTABILE DEVE RIPORTARE ALMENO UNO DEI MARCHI SOTTO RIPORTATI. TUTTI GLI ALTRI NON SONO COMPOSTABILI. ALCUNI MARCHI CI AIUTANO A CAPIRE SE UN SACCHETTO È EFFETTIVAMENTE COMPOSTABILE.
la raccolta separata, oltre a ridurre i rifiuti urbani da smaltire sgravando così gli impianti ed i relativi costi di smaltimento, permette, grazie al processo di riciclaggio, di limitare l’uso di acqua e di materie prime (legno) nonché di risparmiare fino al 30% di energia. Si tratta di una percentuale significativa perché la produzione di un solo foglio A4 di carta bianca, partendo da fibre fresche, consuma l’energia necessaria a mantenere accesa una lampadina per un’ora e una tonnellata di carta recuperata corrisponde a salvare 3 alberi alti 20 metri.
purtroppo la carta consegnata separatamente contiene ancora circa il 5% di sostanze estranee, quali rifiuti o materiali destinabili ad altre raccolte separate e conferiti erroneamente.
imballaggi in cartone ondulato,
scatole in carta per biscotti,
alimenti…,
confezioni in cartoncino per pasta,
riso…,
scatole per scarpe,
detersivi…,
scatole dei medicinali,
del dentifricio…,
sacchetti di carta puliti,
cartoncini, agende,
calendari…,
fotocopie,
poster e fogli vari,
giornali,
riviste,
fumetti,
depliant,
pieghevoli pubblicitari... libri,
quaderni e album da disegno,
cartoni per bevande,
latte, succhi... (es. Tetra Pak per latte, succhi di frutta, vino, panna svuotati, sciacquati e appiattiti).
copertine plastificate,
carta unta o sporca di colla o di altre sostanze,
carta oleata,
carta chimica per fax o auto copiante,
carta carbone,
carta da parati,
carta pergamena,
carta da forno,
bicchieri e piatti di carta/plastica,
carta stagnola,
polistirolo,
pinze di cartellette,
raccoglitori,
fazzoletti sporchi,
scontrini fiscali.
LA CARTA SPORCA, VENUTA A CONTATTO CON ALIMENTI, CIBO IN GENERE, GRASSO, SOLVENTI E VERNICI, VA CONFERITA NELL’INDIFFERENZIATO.
Raccolta: la carta e il cartone conferiti separatamente vengono prelevati dal CEC. Selezione: il materiale raccolto viene portato agli impianti di selezione, dove si provvede ad eliminare le impurità (plastica, vaschette in polistirolo e altri tipi di rifiuto, ecc.) e ad effettuare la selezione per tipologia di carta.
Pressatura: il materiale selezionato viene pressato e confezionato in grandi balle.
Lavorazione in cartiera: il materiale è inviato alla cartiera. Qui viene tritato e trasformato in poltiglia con l’aggiunta di acqua calda, quindi filtrato e depurato. La pasta proveniente dalla carta di recupero può essere inserita nel normale circuito di produzione della carta mescolandola a cellulosa vergine in base al tipo di utilizzo cui è destinata.
A seconda della carta recuperata (giornali, cartoni, carta mista) si ottengono prodotti diversi: carta da imballo e da scrittura, cartoni, cartoncini e altri tipi.
Riguarda esclusivamente oggetti che hanno svolto funzione di contenitore. L’imballaggio in plastica permette la conservazione dei prodotti e ne ottimizza il trasporto: vanno comunque evitati i prodotti con imballaggi superflui prendendo eventualmente in considerazione anche i prodotti sfusi.
sul piano ecologico perché si evita la dispersione degli imballaggi nell’ambiente, si riduce la massa dei rifiuti urbani da smaltire e, grazie al riciclaggio, si limita l’uso di acqua e materie prime (1,9 kg di greggio o gas naturale per 1 kg di PET). Sul piano economico, perché il CEC e quindi i Comuni riscuotono, sulle tonnellate conferite al Corepla, un corrispettivo per la raccolta, il trasporto, la separazione, nonché le sue attività di informazione e comunicazione.
tutti gli imballaggi contraddistinti con le sigle: PE, PP, PP, PVC, PET, PS,
bottiglie in plastica (per acqua minerale, bibite, oli alimentari, succhi di frutta e latte),
flaconi (per detersivi, per prodotti per l’igiene personale o della casa, per salviette umide, per cosmetici) pellicole per alimenti,
imballaggi flessibili sigillati automaticamente (patatine, biscotti e merendine) buste e sacchetti in plastica,
cassette in plastica per frutta e verdura, vasetti per yogurt, vaschette porta uova, vaschette per salumi,
scatole e buste per il confezionamento degli abiti,
reggette per legatura pacchi,
piatti e bicchieri in plastica (senza residui di cibo).
tutto ciò che non è un imballaggio in plastica,
arredi, posate di plastica, giocattoli,
elettrodomestici,
CD/DVD/VHS e relative custodie,
barattoli per colle,
solventi o vernici,
tubi in PVC e manufatti in plastica rigida (soprammobili, portamatite, paraurti),
scarti di edilizia (sfridi di tubi e di passerelle passacavo),
rifiuti industriali (parti di impianti e macchine),
materiali per il giardinaggio (innaffiatoi, ecc.),
tetrapak, carta/cartone.
Per ridurre il volume e per ottimizzare il conferimento e la raccolta , occorre, quando è possibile, schiacciare bottiglie e contenitori preferibilmente in senso orizzontale . È importante assicurarsi che gli imballaggi non contengano
Raccolta: la plastica conferita viene raccolta dal CEC. Prima selezione: il materiale raccolto viene portato agli impianti di selezione, dove si provvede ad eliminare le impurità (carta, vetro, alluminio, plastiche non imballaggi e altri tipi di rifiuto, ecc.).
Pressatura: il materiale selezionato viene pressato e confezionato in grandi balle ed inviato ai centri di selezione delle differenti tipologie di plastica. Seconda selezione: il materiale in balle viene portato agli impianti di selezione, dove si provvede a suddividere gli imballaggi in plastica secondo la tipologia del polimero (PE, PP, PET, PVC, PS e altri), di solito mediante selettori ottici, ottenendo la “materia prima seconda” (così chiamata per sottolineare che le caratteristiche tecniche e chimiche del materiale riciclato sono simili a quelle iniziali).
Macinazione: il materiale viene tritato e trasformato in scaglie o granuli pronti per essere fusi e produrre nuovi oggetti (ad esclusione di quelli ad uso alimentare). Prodotti del riciclo: fogli e nastri d’imballaggio, coperte e maglioni in pile, imbottiture, flaconi, moquette, vasi per fiori, sacchi per spazzatura, arredi urbani (panchine, recinzioni, parchi gioco per bambini, cartellonistica stradale), tubi, passacavi, raccordi, scarichi per acqua piovana, ecc. residui evidenti (organici o sostanze pericolose) del contenuto (se regolarmente svuotati non è di norma necessario lavarli ).
la raccolta e il riciclaggio del vetro a perdere sono vantaggiosi sia dal profilo ecologico, sia da quello economico. Oltre a ridurre i rifiuti urbani da smaltire, la raccolta separata permette, grazie al processo di riciclaggio, di risparmiare acqua, materie prime e fino al 25% di energia nella produzione di nuovo vetro, senza contare che, contrariamente ad altri materiali, il vetro può essere riciclato più volte con ottimi risultati. Per produrre meno rifiuti preferire, quando possibile, prodotti alla spina o venduti sfusi.
bottiglie,
barattoli,
flaconi e vasetti in vetro,
lattine in alluminio.
ceramica e porcellana,
lampadine, neon,
vetro retinato, vetro opale (boccette di profumo),
schermi di televisori o computer,
pirex (vetroceramica), vetri di porte,
finestre,
auto,
specchi, cristalli, occhiali,
stoviglie destinate ai forni a microonde,
vetri dei caminetti o dei piani di cottura,
vetro accoppiato,
barattoli che abbiano contenuto prodotti chimici pericolosi (vernici, solventi, olio motore, benzina, trielina ecc.).
NON È NECESSARIO ELIMINARE LE ETICHETTE O RISCIACQUARE I CONTENITORI IN VETRO, MA È IMPORTANTE CHE VENGANO SVUOTATI COMPLETAMENTE DAI RESIDUI DEL CONTENUTO. ANCHE UN SOLO FRAMMENTO DI CERAMICA, CHE HA UNA TEMPERATURA DI FUSIONE DIVERSA, PUÒ VANIFICARE IL PROCESSO DI RICICLO DEL VETRO.
Raccolta: i contenitori di vetro usati vengono conferiti dalle famiglie, dal commercio, dalla ristorazione e ritirati attraverso appositi servizi di raccolta.
Selezione: affinché il vetro raccolto possa essere riciclato in vetreria è necessario sottoporlo ad un’operazione di selezione presso un impianto di trattamento specializzato per eliminare le eventuali impurità (carta, plastica, legno, materiali ceramici, materiali metallici ferrosi e non).
Frantumazione: il vetro recuperato viene frantumato in pezzature omogenee e lavato. Vetreria: dopo il trattamento, il vetro viene trasportato nell’impianto di produzione (vetreria) dove viene fuso e diventa un nuovo contenitore.
Forno: il rottame di vetro, mescolato alle materie prime in percentuali variabili, viene fuso.
Grazie al continuo progresso delle tecnologie, il vetro riciclato viene impiegato in sempre maggiori quantità, nella misura dell’80% e oltre.
Prodotti del riciclo: la pasta di vetro viene soffiata in appositi stampi e trasformata in nuovi oggetti e contenitori. Dopo un passaggio nel forno di ricottura e un attento controllo qualitativo automatizzato, il prodotto finito viene confezionato e venduto alle aziende di imbottigliamento, che immettono sul mercato i nuovi contenitori.
i rifiuti che getti nel cassonetto indifferenziato non saranno riciclati, quindi prima di tutto fai la raccolta differenziata.
solo i materiali che non possono essere destinati alla raccolta differenziata dei rifiuti:
gomma, accendini,
penne, carta da alimenti,
attaccapanni, bacinelle e secchi,
calze di nylon,
carta plastificata, carta sporca da solventi e vernici,
cosmetici e cotton-fioc,
gusci/cover di cellulari,
piatti e posate in plastica,
giocattoli, guarnizioni uso familiare,
lamette usa e getta,
lampadine, mozziconi di sigaretta,
musicassette, cd, floppy..., nastri adesivi, negativi fotografici,
oggetti multimateriali,
pennarelli consumati,
pagliette abrasive,
pannolini, polveri e sacchetti da aspirapolvere,
sacchetti per caffè,
sacchetti per alimenti in alluminio,
stoviglie rotte,
lettiere di piccoli animali domestici,
tappi in genere, telecomandi, calcolatrici...,
tubetti di colla,
tubetti di dentifricio e simili,
videocassette,
scarpe e stracci inutilizzabili,
spazzole e spazzolini da denti, spugne in genere.
I RIFIUTI NON DEVONO MAI ESSERE ABBANDONATI IN STRADA O INTORNO AI CASSONETTI PERCHÉ NON SONO IN GRADO DI DECOMPORSI, SE NON DOPO CENTINAIA O MIGLIAIA DI ANNI. CHI LO FA PUÒ ESSERE MULTATO (LA SANZIONE VARIA A SECONDA DI QUANTO DECISO DAL COMUNE INTERESSATO) 12 O, NEI CASI PIÙ GRAVI, DENUNCIATO. INOLTRE SI RENDE RESPONSABILE DI UN AGGRAVIO DI COSTI A CARICO DELLA COLLETTIVITÀ. SEPARARE I RIFIUTI PER RISPARMIARE RISORSE, RISPETTARE L’AMBIENTE E MIGLIORARE IL FUTURO.
rifiuti differenziabili, rifiuti pericolosi,
rifiuti ingombranti o elettronici anche se smontati,
sostanze liquide,
pneumatici o batterie per auto,
materiali accesi,
rifiuti derivanti da costruzioni e demolizioni (inerti, calcinacci, ecc.),
materiali metallici che possono recare danni ai mezzi durante la raccolta ed il trasporto.
nel territorio dove il CEC gestisce in appalto l’igiene urbana il rifiuto indifferenziato riesce a trasformarsi in una risorsa, perché viene trasformato in CDR (combustibile derivato dai rifiuti), un materiale ad alto potere calorifico che viene utilizzato dal cementificio Buzzi Unicem di Robilante (CN). Il CDR alimenta il bruciatore principale in parziale sostituzione (oltre al 40%) del combustibile fossile tradizionalmente utilizzato e contribuisce a ridurre le emissioni atmosferiche dello stabilimento.
l’abbandono dei rifiuti su suolo pubblico provoca il degrado dell’ambiente e delle nostre città ed è sanzionabile per legge. Per evitare comportamenti scorretti e per potenziare la raccolta differenziata, il CEC fornisce un servizio di ritiro gratuito a domicilio di raccolta ingombranti mediante il numero verde 800 654 300.
ingombranti domestici,
mobili dismessi,
materassi, divani,
armadi, letti, tavoli, sedie, poltrone,
stendini in resina,
grossi oggetti in plastica come casette gioco per bimbi, bacinelle, onduline di vetroresina o plastica,
tubi in polietilene o gomma per irrigazione,
tapparelle e persiane,
moquette e linoleum,
apparecchiature elettriche ed elettroniche di grandi dimensioni (lavatrici, lavastoviglie, televisori, cucine a gas, stufe, ecc.).
pavimenti,
sassi,
terra,
carta e cartoni,
bidoni tossici,
materiali inerti (calcinacci e scarti edilizi),
veicoli,
materiali di uso non domestico.
Non abbandonare i rifiuti in strada : chiama il numero verde 800 654 300*
Cosa chiediamo:
di non abbandonare i rifiuti ingombranti presso i cassonetti o in altro luogo pubblico, di attenersi alle direttive impartite dall’operatore del numero verde al momento della prenotazione e di segnalare la presenza di rifiuti abbandonati o discariche abusive.
il CEC ritira piccole quantità di inerti da costruzioni e demolizioni provenienti da utenze domestiche per destinarli al reimpiego in edilizia, presso i centri di raccolta dotati di cassone. Il materiale inerte conferibile è quello proveniente dai lavori “fai da te” dei privati cittadini che possono portare fino a 5 secchielli da 20 litri.
I RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) sono rifiuti tecnologici - costituiti anche da componenti dannosi per l’ambiente - che devono essere smaltiti in strutture attrezzate. Riconoscere un rifiuto tecnologico è semplice, perché ha un bollino con il simbolo del bidoncino barrato. Nei centri di smistamento, i RAEE vengono divisi in base alla tipologia in cinque gruppi, individuati dalla normativa in base alla tecnologia necessaria al corretto trattamento. Una volta divisi, i RAEE vengono portati negli impianti specializzati per lo smontaggio, il recupero e il riciclaggio delle parti riutilizzabili.
ogni abitante produce in un anno in Italia circa 14 kg di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) che spesso finiscono in strada o vengono smaltiti in modo non corretto, con gravi danni per l’ecosistema. Se abbandonati o non trattati correttamente, questi rifiuti disperdono nell’ambiente sostanze pericolose e non possono essere recuperate molte materie prime quali vetro, plastiche e metalli (ferro, rame, acciaio, ghisa e alluminio). Da un elettrodomestico è infatti possibile ricavare 28 kg di ferro, 6 kg di plastica e oltre 3 kg di rame e alluminio. Mediamente, in un computer vi sono 3,3 kg di plastica. Alcuni RAEE contengono sostanze dannose per l’ambiente: Clorofluorocarburi (CFC) e idroclorofluorocarburi (HCFC), gas dannosi per l’ozono che vengono utilizzati nei circuiti refrigeranti e nelle schiume isolanti di frigoriferi, congelatori e condizionatori di vecchia generazione. Questi gas sono considerati i principali responsabili dell’immissione di cloro nell’atmosfera e hanno un forte impatto ambientale. Sono inoltre pericolose - se non trattate correttamente - alcune sostanze presenti nei condensatori, negli interruttori al mercurio e nelle componenti cromate dei più comuni elettrodomestici.
il modo corretto di eliminare i RAEE è la raccolta differenziata. I rifiuti tecnologici di piccole dimensioni (es. computer, stampanti, frullatori, robot da cucina, piccoli televisori, impianti stereo compatti) devono essere consegnati nei Centri di raccolta autorizzati. Quelli più grandi possono essere anch’essi portati nei centri di raccolta oppure eliminati con il servizio del CEC di asporto a domicilio degli oggetti ingombranti. È inoltre possibile consegnare il RAEE al venditore, che lo ritirerà gratuitamente in caso di acquisto di un apparecchio equivalente. Si ricorda che il CEC può solamente ritirare i RAEE di provenienza domestica e non i professionali.
quando arrivano negli impianti, i vecchi elettrodomestici vengono conservati in ambienti protetti e privati delle componenti pericolose per il nostro ecosistema. Dopo la rimozione delle parti pericolose (interruttori e condensatori) e dell’eventuale contrappeso di cemento, possono quindi essere triturati anche in ambienti non ermetici. Queste operazioni consentono di recuperare molti materiali che compongono gli elettrodomestici (ferro, rame, alluminio e plastica). Gli apparecchi del gruppo freddo e clima: frigoriferi, congelatori e condizionatori contengono CFC e HCFC, gas molto dannosi per l’ozono. Per prima cosa dal circuito di raffreddamento vengono estratti gli oli e i gas CFC e HCFC. Poi viene smontato il compressore. Solo dopo l’elettrodomestico viene triturato in un ambiente ermetico, per evitare la dispersione dei gas nocivi contenuti nelle schiume isolanti. La quasi totalità dei televisori e dei monitor raccolti ha un tubo catodico che deve essere trattato per evitare di spargere polveri di metalli pesanti e per riciclare il vetro, che diventa nuovi monitor e tv. Attualmente il vetro recuperato viene riutilizzato dagli stessi produttori di monitor e schermi. Dalle lampade fluorescenti è possibile riciclare il 99% delle componenti - metalli, vetro e materie plastiche - eliminando le sostanze nocive e pericolose. Ad esempio, viene recuperato anche il mercurio, con un processo di distillazione dalle polveri fluorescenti che lo contengono.
Recupero:
il risultato finale del processo di trattamento dei RAEE è il riutilizzo delle materie prime. Le moderne tecnologie consentono ormai di recuperare da ogni singola apparecchiatura oltre l’80% dei materiali usati, con un livello di purezza così elevato da permettere poi il riutilizzo dei vari materiali. Si tratta soprattutto di ferro, rame, alluminio e plastiche varie che una volta triturati vengono separati con procedimenti fisici e meccanici.
le pile sono rifiuti pericolosi. Contengono metalli pesanti come mercurio, nichel, piombo e cadmio che, se conferiti scorrettamente, possono inquinare il terreno e le falde acquifere. Il mercurio contenuto in una sola pila, circa 1 gr, può inquinare 20 q di cibo e 1.000 lt di acqua. Devono essere raccolte separatamente per poter essere trattate in sicurezza, occorre quindi gettarle negli appositi contenitori. I materiali raccolti saranno inviati a centri specializzati per il recupero di argento e mercurio, mentre il resto smaltito nelle discariche speciali per rifiuti pericolosi. Altra soluzione è quella di acquistare le batterie ricaricabili.
pile stilo o rettangolari, pile a bottone (per calcolatrici, orologi).
Se devi smaltire una batteria auto puoi: riconsegnarla al punto vendita, consegnarla nei Centri di Raccolta.
i farmaci sono rifiuti pericolosi non recuperabili. Contengono principi attivi che possono alterare gli equilibri naturali dell’ambiente. In discarica, mischiati alla spazzatura domestica, possono dar luogo ad emanazioni tossiche. Per questo motivo è necessario raccoglierli separatamente e conferirli negli appositi contenitori situati presso le farmacie del territorio. Lo smaltimento dei farmaci scaduti avviene attraverso la termodistruzione oppure attraverso la loro inertizzazione in contenitori ermetici.
fiale per iniezioni,
disinfettanti,
sciroppi, pastiglie,
pomate (privi di confezioni in carta, le scatole ed i fogli illustrativi possono essere riciclati con la carta).
i vestiti dismessi e gli stracci (scartando quelli molto sporchi o unti) devono essere inseriti in sacchi ben chiusi e non troppo voluminosi e conferiti negli appositi cassonetti bianchi stradali. In Italia ogni anno una persona consuma circa 20 kg di materiale tessile. Togliendo dai rifiuti con la raccolta differenziata il 10% di stoffa e vestiti ancora buoni da riutilizzare sarebbe possibile ridurre in maniera sensibile la quantità di rifiuti prodotti. I vestiti usati vengono rivenduti ai centri di cernita, dove vengono separati a mano. Prima di gettare nel sacco della spazzatura, ad es. gomitoli di lana, bottoni, stringhe, occhiali, cinture, ecc., informatevi sulle possibilità di consegna presso i mercatini dell’usato o le organizzazioni che ritirano tessili e scarpe. La raccolta è generalmente gestita da organizzazioni di pubblica utilità. Gli abiti usati raccolti sono composti per il 55% da vestiti ancora indossabili: suddivisi per tipo e taglia sono destinati a paesi in via di sviluppo. I tessili rimanenti per il 15-20% vengono tagliati e utilizzati come strofinacci, per il 15- 20% trasformati in lana rigenerata e per il 5-10% utilizzati per produrre cartone per pannelli isolanti; il 5% è inutilizzabile (ad esempio le calze di nylon).
abiti, pantaloni,
calze, maglieria, biancheria,
cappelli,
coperte,
borse,
scarpe appaiate,
ulteriori accessori per l’abbigliamento.
mentre le gomme usate, in buone condizioni, possono essere rigenerate e immesse nuovamente sul mercato, i pneumatici fuori uso vanno raccolti in maniera differenziata ed avviati ad un particolare processo di recupero. Tramite uno speciale trattamento che ne prevede la triturazione, la gomma può essere quindi riciclata e riutilizzata in materiali bituminosi (asfalto), nei respingenti delle barche, in cavi isolanti. Possono essere conferiti fino ad un massimo di 4 pneumatici di autovettura a famiglia residente nel centro di raccolta di residenza o in convenzione. Consulta il CEC o il tuo comune per sapere se puoi conferire. Devono essere conferiti senza cerchione che deve essere depositato nell’apposito cassone del ferro.
i residui di potatura e gli scarti di giardinaggio sono ritirati gratuitamente a domicilio. Per richiedere il servizio, se dotati di contenitore, è necessario fissare un appuntamento per il ritiro utilizzando il numero verde 800 654 300*. I residui di potatura e gli scarti di giardinaggio sono selezionati e destinati alla produzione di compost..
ramaglie,
potature di alberi e siepi,
fogliame,
residui dell’orto,
sfalci d’erba,
fiori recisi.
Gli sfalci e le potature devono essere conferiti sfusi, senza sacchi.
per le strade non ci sono i contenitori con la scritta “legno”, come avviene per gli altri materiali, perché esistono metodi più funzionali ed efficaci per la raccolta degli imballaggi in legno (spesso voluminosi). Gli scarti di legno “leggeri”, come gli imballaggi che avvolgono certi formaggi, oppure come gli stuzzicadenti, possono essere raccolti separatamente con la frazione organica. Gli imballaggi di dimensioni maggiori ed i rifiuti ingombranti come mobili, armadi, sedie e tavoli possono essere conferiti presso i centri di raccolta comunali o, in alternativa, si può concordare il ritiro con il CEC con la modalità porta a porta.
assi,
cassette per l’ortofrutta,
piccoli contenitori in legno,
bancali di legno, legname,
mobili in genere,
infissi privi del vetro,
porte prive del vetro, finestre prive del vetro,
oggetti di arredo in legno.
i rifiuti legnosi, ridotti di volume nei punti di raccolta, vengono trasportati presso le grandi industrie dove vengono ridotti in piccole schegge dette “chips”. In particolare, il legno raccolto dal CEC viene inviato a pannellifici e falegnamerie per la produzione di pannelli truciolari, che sono la base di una gran parte di mobili e arredi.
sono prodotti chimici domestici tutti quei prodotti che vengono usati per la pulizia della casa, degli indumenti, delle suppellettili e per i piccoli lavori di verniciatura, giardinaggio, ecc.. Li puoi distinguere grazie al simbolo del teschio T e la fiamma F. I residui di questi prodotti non devono essere mai gettati insieme alla spazzatura o negli scarichi (lavandini, WC, fognature, ecc.). Le sostanze contenute in detti materiali sono nocive e pericolose per l’ambiente e per gli organismi viventi. La loro azione chimica è letale per i batteri impiegati negli impianti di depurazione biologica e può creare danni alle membrane plastiche delle discariche. Per garantire il corretto smaltimento di questi materiali è necessario conferirli al centro di raccolta comunale di riferimento che periodicamente li invia agli impianti di trattamento. Chiedi maggiori informazioni al CEC o al tuo Comune.
trielina,
solventi e smacchiatori,
detergenti per pulizia dei w.c. e chimici in genere,
acido cloridrico (o muriatico) solforico,
candeggina, ammoniaca,
disinfettanti,
vernici, antiparassitari, insetticidi, ecc.,
contenitori di prodotti per la casa,
acetone per unghie, antitarli,
contenitori di prodotti per il “fai da te”,
isolanti, acidi, mastici.
gli oli usati in casa per la cottura dei cibi non vanno smaltiti nelle fognature cittadine. Devono essere recuperati perché è possibile riutilizzarli come combustibile o come materia prima “secondaria” per la produzione di sapone o grassi. Chiusi in bottiglia o flaconi possono essere conferiti al centro di raccolta. Le attività (ristoranti, pizzerie, trattorie, mense, ecc.) che dispongono di oli usati possono richiedere al CEC il numero telefonico del rappresentante di zona del Conoe (Consorzio di Recupero Olio Vegetale).
l’olio lubrificante usato è particolarmente nocivo e pericoloso. Per nessun motivo deve essere mescolato con i rifiuti domestici e tanto meno versato negli scarichi (lavandini, WC, fognature, ecc.) o nel terreno. Se cambiate da soli l’olio della vostra autovettura, ricordare di portare l’olio usato, i filtri e le lattine vuote al centro di raccolta. Su tutto il territorio nazionale operano dei consorzi per la gestione degli oli usati al quale vengono conferiti i materiali raccolti per il successivo trattamento.
È un’area attrezzata e custodita dove vengono raccolti materiali riciclabili, rifiuti ingombranti e alcune tipologie di rifiuti pericolosi di origine domestica. Possono conferire i cittadini residenti, le utenze economiche e le altre utenze site nel Comune o nei Comuni convenzionati, in regola con il pagamento della Tariffa di Igiene Ambientale o TAR SU. Le utenze non domestiche possono conferire solo i rifiuti assimilati agli urbani ai sensi del Regolamento Comunale di gestione dei rifiuti. Per accedere, è necessario presentarsi all’ingresso muniti di un documento di riconoscimento. Per le utenze non domestiche, il gestore provvederà a registrare ragione sociale, partita IVA, targa del mezzo utilizzato, tipologia e quantità dei materiali conferiti. Ciascun utente dovrà effettuare il trasporto delle varie tipologie di rifiuto con mezzi propri, rispettare il proprio turno ed attenersi alle istruzioni del personale addetto alla custodia. Gli utenti devono arrivare avendo già differenziato i rifiuti, per facilitare il controllo da parte del personale. Attendere le indicazioni del custode prima di iniziare le operazioni di scarico.
Privati cittadini: carta e cartone, imballaggi in plastica, vetro, legno, verde, umido (organico), (attivo solo nei comuni in cui è attivo il servizio di raccolta porta a porta),
rifiuti ingombranti,
rifiuti metallici, oli alimentari esausti,
oli minerali esausti, batterie al piombo,
pitture e vernici*,
inerti (max 4-5 secchielli per conferimento)*,
pneumatici fuori uso (max 4 pneumatici, una volta all’anno )*,
mballaggi vuoti che contenevano sostanze pericolose*,
bombolette spray*,
RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche di uso domestico).
Aziende agricole: possono conferire tutti i materiali recuperabili e differenziati negli appositi cassoni fatto salvo che siano assimilati ai rifiuti urbani per qualità o quantità. Non possono conferire rifiuti specifici prodotti dall’attività agricola o di allevamento poiché, essendo originati da aziende, sono speciali e vanno smaltiti tramite ditte specializzate convenzionate.
Artigiani e ditte in genere: possono conferire tutti i materiali recuperabili e differenziati negli appositi cassoni a patto che siano assimilati ai rifiuti urbani per qualità o quantità. Non possono conferire rifiuti specifici prodotti dalla loro attività poiché, essendo originati da aziende, sono speciali e vanno smaltiti tramite ditte specializzate convenzionate.
A titolo puramente indicativo sono vietati i conferimenti di: macerie, canaline e tubazioni in PVC, latte di vernici e smalti, batterie per auto, camion e trattori, olio minerale esausto, segatura imbibita di olio o solventi, stracci sporchi di olio e solventi, trucioli da lavorazioni meccaniche, isolanti in genere come “cappotti” termici per edifici o lana di roccia, pannelli coibentati per celle frigo, onduline in vetroresina, cartongesso, teli in plastica molto sporchi, emulsioni oleose, oli contenenti PCB, oli per trasformatori, oli per trasmissioni, liquidi per freni...
I distributori, installatori e centri di assistenza di RAEE possono conferire solamente previa convenzione con il CEC. Non possono essere conferiti i RAEE professionali, per esempio banchi frigo, lavatrici professionali, ecc. Le limitazioni sopra espresse per utenze agricole o produttive sono dettate dalle disposizioni normative che ne impediscono l’assimilazione agli urbani e conseguentemente lo smaltimento presso i normali circuiti di raccolta, ivi compresi i centri di raccolta, come peraltro recentemente confermato dagli organi preposti al controllo.
portare al centro di raccolta i rifiuti nei classici sacchi neri o in sacchi di cui non si possa verificare il contenuto, utilizzare il cassone degli ingombranti per conferire i rifiuti non differenziati, effettuare cernite tra i rifiuti già presenti, depositare materiali al di fuori degli appositi contenitori, depositare materiali all’esterno del centro di raccolta, asportare qualsiasi rifiuto dal centro di raccolta, porre comunque in essere azioni non consentite dal personale addetto alla custodia. È tassativamente vietato a tutti il conferimento di qualsiasi manufatto in eternit o contenente amianto.